L’importanza di darsi del tempo

 Non credo di dovervi ricordare chi è Roger Federer, non credo di dover ricordare a quanti tornei ha partecipato durante la sua carriera, quanti ne ha vinti (non tutti, pensate un pò!) e nemmeno di dovergli fare i conti in tasca parlando dei premi in denaro che ha portato a casa con le vittorie.


Torniamo indietro nel tempo, precisamente al 2001, a quando risale il primo torneo vinto nella sua carriera, dopo aver fatto ingresso nel professionismo (perciò nel circuito ATP) nel 1998, prima di compiere 17 anni.

Pensate quanto avrebbe potuto essere straziante per un giovane e ambizioso professionista, passare i primi 3 anni di carriera professionistica senza conquistare un torneo; ovviamente se avesse avuto a disposizione solo la povera mentalità del valutare solo il risultato finale, trascurando tutto il lavoro di crescita e conquista di piccoli traguardi intermedi. 

È giusto ricordare che avesse però vinto, nel 1997,  l’edizione juniores del torneo di Wimbledon e avesse raggiunto la finale agli juniores degli US Open.


Però se sbagliamo e ci concentriamo solo sul grande obiettivo finale: Roger Federer chiudeva il 2001 al posto numero 13 del ranking ATP. Non prendiamoci in giro, è un risultato fantastico si, ma Dio solo sa quanti abbiano raggiunto il posto numero 13, il numero 1 è “lontano”.


Non penso abbia avuto problemi a continuare a credere nel suo sogno e avviare la carriera di successi che ce lo fa conoscere come uno dei giocatori migliori nella storia del tennis.

Però, quanti sarebbero stati capaci di conservare lo stesso entusiasmo? Quanti avremmo ascoltato una singola parola in più dell’”amico al bar”, consentendo si infiltrasse come un “virus letale all’interno del nostro universo”?


Il mio augurio è che seguissimo tutti il suo esempio, non possiamo arrivare tutti nell’Olimpo di uno sport internazionale o raggiungere risultati da sogno nella nostra attività, però possiamo toglierci tutti, se vogliamo, dalla nicchia in cui ci siamo imprigionati da soli, migliorando il modo in cui ci proponiamo alla vita e come rispondiamo a ciò che accade per noi.


Sei paziente o, come me, non sai aspettare? Cosa avresti fatto tu nei panni di Federer?


Commenti

Post popolari in questo blog

Tornare, migliori.

#motivazioneDelLunedi

Introspezione